X la classe 3^B:
Prossimamente vi invierò i testi dei compiti...
Connettetevi al più presto!!!
giovedì 11 giugno 2009
martedì 9 giugno 2009
PROGRAMMA D'ESAME MATEMATICA
martedì 7 aprile 2009
Auguri di Buona Pasqua
Forse vi sembrerò priva di una qualsiasi forma di originalità, ma le parole più semplici sono le più belle:
" Tanti auguri di Buona Pasqua! "
Vi auguro di trovare una sorpresa speciale nel vostro uovo di Pasqua: tanta felicità e gioia, oltre alla serenità. Auguroni.
" Tanti auguri di Buona Pasqua! "
Vi auguro di trovare una sorpresa speciale nel vostro uovo di Pasqua: tanta felicità e gioia, oltre alla serenità. Auguroni.
lunedì 6 aprile 2009
PROVE INVALSI
Eccovi uno dei tanti siti che mette a disposizione le prove INValSI dell'Esame di Stato - I Ciclo - dell'anno scolastico 2007/2008.
RICORDATEVI DI STAMPARLE!!!
Così lunedì 27 aprile 2009 simuliamo la prova (Prof. ssa Martinoli).
http://www.invalsi.it/EsamiDiStato/risultati/Fascicolo1_Stampa.pdf
RICORDATEVI DI STAMPARLE!!!
Così lunedì 27 aprile 2009 simuliamo la prova (Prof. ssa Martinoli).
http://www.invalsi.it/EsamiDiStato/risultati/Fascicolo1_Stampa.pdf
mercoledì 1 aprile 2009
La atmosfera terrestre
Senza l'atmosfera sulla Terra non potrebbe esistere la vita. L'atmosfera è una miscela di gas (soprattutto azoto - 78% - e ossigeno -21% -) che permette agli esseri viventi di respirare e li protegge dalle radiazioni provenienti dallo spazio.
L’atmosfera può essere divisa in diversi strati. Il modo in cui varia la temperatura con l'altezza viene usato per definire i diversi strati dell'atmosfera stessa.
Tale suddivisione, adottata dall'Unione Internazionale di Geodesia nel 1951, è:
troposfera, tropopausa, stratosfera, stratopausa, mesosfera, mesopausa, termosfera, termopausa, esosfera.
La temperatura dell'aria è variabile fortemente con l'altezza:
Alla troposfera si sovrappone la stratofera. Nella parte bassa di questa fascia, la temperatura rimane pressoché costante all’aumentare della quota (aumenta leggermente nelle regioni tropicali); quindi, all’interno dello strato di ozono (ozonosfera), cresce più rapidamente e, al limite superiore della stratosfera, a circa 50 km di altitudine, raggiunge valori prossimi a quelli registrati sulla superficie terrestre.
Lo strato compreso tra 50 e 80 km di quota, detto mesosfera, è caratterizzato da una marcata diminuzione della temperatura con la quota.
Lo studio della propagazione e della riflessione delle onde radio ha mostrato che, a partire da circa 80 km di quota, la radiazione ultravioletta, i raggi X e i fasci di particelle provenienti dal Sole hanno un effetto ionizzante sui gas che costituiscono l’atmosfera, aumentandone la conducibilità elettrica e la capacità di riflessione di onde radio di una certa lunghezza d'onda.
A causa della concentrazione relativamente alta degli ioni nell’aria, lo strato che si estende fino a circa 640 km di altezza è detto ionosfera. Tuttavia, in riferimento alle elevate temperature che vi si registrano (fino a circa 1200 °C alla quota di 400 km), la stessa regione è talvolta indicata come termosfera.
La zona situata al di sopra della ionosfera, detta esosfera, si estende fino a circa 800 km d’altezza; al di sopra di questa quota inizia la magnetosfera, la regione dello spazio dove si trovano ioni di gas atmosferici rarefatti che risentono fortemente del campo magnetico terrestre e del vento solare.
L’atmosfera può essere divisa in diversi strati. Il modo in cui varia la temperatura con l'altezza viene usato per definire i diversi strati dell'atmosfera stessa.
Tale suddivisione, adottata dall'Unione Internazionale di Geodesia nel 1951, è:
troposfera, tropopausa, stratosfera, stratopausa, mesosfera, mesopausa, termosfera, termopausa, esosfera.
La temperatura dell'aria è variabile fortemente con l'altezza:
- fino a una quota di 10-12 km diminuisce regolarmente di 0,5-0,7 °C ogni 100 m sino a raggiungere -55 °C circa;
- da 12 km a 50 km aumenta sino a raggiungere 0 °C circa.
- da questo punto la temperatura riprende nuovamente a diminuire sino a giungere a valori tra -70 e -100 °C a 80-90 km di quota.
- ha allora inizio un rapido aumento che raggiunge negli strati atmosferici più alti i 1.000-2.000 °C circa. Data però l'estrema rarefazione delle molecole a queste altezze, il termine temperatura non ha riferimento alcuno con sensazioni fisiologiche, me è correlato unicamente all'energia di agitazione termica delle singole molecole.
Alla troposfera si sovrappone la stratofera. Nella parte bassa di questa fascia, la temperatura rimane pressoché costante all’aumentare della quota (aumenta leggermente nelle regioni tropicali); quindi, all’interno dello strato di ozono (ozonosfera), cresce più rapidamente e, al limite superiore della stratosfera, a circa 50 km di altitudine, raggiunge valori prossimi a quelli registrati sulla superficie terrestre.
Lo strato compreso tra 50 e 80 km di quota, detto mesosfera, è caratterizzato da una marcata diminuzione della temperatura con la quota.
Lo studio della propagazione e della riflessione delle onde radio ha mostrato che, a partire da circa 80 km di quota, la radiazione ultravioletta, i raggi X e i fasci di particelle provenienti dal Sole hanno un effetto ionizzante sui gas che costituiscono l’atmosfera, aumentandone la conducibilità elettrica e la capacità di riflessione di onde radio di una certa lunghezza d'onda.
A causa della concentrazione relativamente alta degli ioni nell’aria, lo strato che si estende fino a circa 640 km di altezza è detto ionosfera. Tuttavia, in riferimento alle elevate temperature che vi si registrano (fino a circa 1200 °C alla quota di 400 km), la stessa regione è talvolta indicata come termosfera.
La zona situata al di sopra della ionosfera, detta esosfera, si estende fino a circa 800 km d’altezza; al di sopra di questa quota inizia la magnetosfera, la regione dello spazio dove si trovano ioni di gas atmosferici rarefatti che risentono fortemente del campo magnetico terrestre e del vento solare.
venerdì 6 febbraio 2009
La genetica e l'ingegneria genetica
Il primo che indagò scientificamente sulla trasmissione dei caratteri ereditari fu il monaco cecoslovacco Johann Gregor Mendel (1822-1884), considerato il fondatore della GENETICA, la scienza che si occupa della trasmissione dei caratteri ereditari.

Rappresentazione schematica della prima legge di Mendel. La prima generazione è composta dal 100% di individui tutti uguali, ibridi, che manifestano il carattere "fiori rossi".





Spiegazione della prima legge di Mendel. Il 100% dei discendenti sono ibridi (eterozigoti) Rr con il carattere dominante "fiori rossi".

Spiegazione della seconda legge di Mendel. Da due genitori Rr nascono il 25% di discendenti RR (omozigoti a fiori rossi), il 25% di discendenti rr (omozigoti a fiori bianchi) e il 50% di discendenti Rr (eterozigoti a fiori rossi).



Calcolo della probabilità in genetica.

Calcolo della probabilità della prima legge della genetica. Il 100% dei discendenti sono ibridi Rr a fiori rossi.

Calcolo delle probabilità della seconda legge della genetica. Il 25% dei discendenti sono omozigoti a fiori rossi; il 25% sono omozigoti a fiori bianchi, il 50% sono eterozigoti a fiori rossi.
Malattie ereditarie

Rappresentazione schematica della prima legge di Mendel. La prima generazione è composta dal 100% di individui tutti uguali, ibridi, che manifestano il carattere "fiori rossi".


Rappresentazione schematica della seconda legge di Mendel.



Spiegazione della prima legge di Mendel. Il 100% dei discendenti sono ibridi (eterozigoti) Rr con il carattere dominante "fiori rossi".

Spiegazione della seconda legge di Mendel. Da due genitori Rr nascono il 25% di discendenti RR (omozigoti a fiori rossi), il 25% di discendenti rr (omozigoti a fiori bianchi) e il 50% di discendenti Rr (eterozigoti a fiori rossi).

Il test-cross
Per scoprire se un individuo è omozigote o eterozigote si ricorre a un particolare incrocio detto test-cross.
Si fa accoppiare l'individuo in esame che manifesta un carattere dominante con un altro omozigote recessivo. Se qualcuno dei discendenti manifesta il carattere recessivo, l'individuo testato è sicuramente eterozigote.
Negli esempi seguenti sono considerati i caratteri seme liscio L e seme rugoso l. Le frecce indicano le possibili combinazioni di alleli.


Calcolo della probabilità in genetica.

Calcolo della probabilità della prima legge della genetica. Il 100% dei discendenti sono ibridi Rr a fiori rossi.

Calcolo delle probabilità della seconda legge della genetica. Il 25% dei discendenti sono omozigoti a fiori rossi; il 25% sono omozigoti a fiori bianchi, il 50% sono eterozigoti a fiori rossi.
Malattie ereditarie
Il cariotipo umano.
Mappa dei cromosomi umani.
martedì 3 febbraio 2009
La biologia molecolare
Schema dei quattro nucleotidi del DNA.


Come si forma la doppia elica a spirale del DNA.
Adenina A e timina T si legano con due legami idrogeno, mentre guanina G e citosina C si legano con tre legami idrogeno.
La DUPLICAZIONE del DNA è la costruzione i due molecole di DNA da una preesistente.
a) Molecola di DNA non avvolta a spirale.
b) I due filamenti di DNA sono separati da enzimi e iniziano ad appaiarsi nuovi nucleotidi.
c) I nuovi nucleotidi si uniscono tra loro.
d) La duplicazione del DNA è completata.
Le frecce indicano la direzione di allungamento dei nuovi filamenti di DNA.
Nella TRASCRIZIONE, le "lettere" dei nucleotidi del DNA sono trascritte nei nucleotidi dell'RNA secondo la regola di appaiamento A-U e G-C.
Schema di una molecola di t-RNA (a sinistra) con i siti di attacco e come è arrotolata in realtà (a destra).
Schema semplificato della TRADUZIONE: man mano che il ribosoma legge la tripletta, alla catena vengono aggiunti gli amminoacidi corrispondenti.
martedì 13 gennaio 2009
La riproduzione 2
Eccovi le immagini riguardanti la MEIOSI e il CROSSING-OVER:
Meiosi
Processo caratteristico delle cellule eucarioti, durante il quale da una cellula si formano quattro cellule figlie, aventi la metà del patrimonio genetico di quella originaria. In altri termini, la meiosi determina la ripartizione di ciascuna coppia di cromosomi omologhi (cromosomi su cui si trovano geni corrispondenti) presenti nelle cellule diploidi. La meiosi si differenzia da un altro processo di divisione cellulare, la mitosi, nella quale si formano cellule figlie aventi lo stesso patrimonio genetico della cellula madre.
Processo caratteristico delle cellule eucarioti, durante il quale da una cellula si formano quattro cellule figlie, aventi la metà del patrimonio genetico di quella originaria. In altri termini, la meiosi determina la ripartizione di ciascuna coppia di cromosomi omologhi (cromosomi su cui si trovano geni corrispondenti) presenti nelle cellule diploidi. La meiosi si differenzia da un altro processo di divisione cellulare, la mitosi, nella quale si formano cellule figlie aventi lo stesso patrimonio genetico della cellula madre.
La meiosi avviene in una determinata fase del ciclo vitale degli organismi. Negli organismi aplonti, caratterizzati da un patrimonio genetico aploide (con un’unica copia di ciascun gene), la meiosi è detta zigotica, perché interviene nello zigote diploide che si forma dopo la fusione di due cellule aploidi; in tal modo, la meiosi interviene a formare cellule aploidi da cui si svilupperanno per mitosi nuovi individui, e quindi permette di ripristinare il patrimonio genetico della specie.
Negli organismi diplonti, caratterizzati da un patrimonio genetico diploide (con due copie di ciascun gene), la meiosi è detta gametica, perché si verifica in particolari cellule dell’organismo deputate alla formazione di cellule riproduttive aploidi (gameti); i gameti permettono l’attuazione della riproduzione sessuata e, fondendosi al momento della fecondazione, formano zigoti diploidi da cui si sviluppano i nuovi individui. La meiosi in questo caso è compresa nel processo di gametogenesi, che porta dalla formazione dei gameti aploidi alla loro completa maturazione. In particolare, i gameti maschili sono detti spermatozoi e quelli femminili cellule uovo.
Negli organismi aplo-diplonti, la mitosi è detta intermedia: come nei diplonti, la meiosi avviene in una cellula particolare (cellula gonotoconte o zeugide) degli organismi della fase diploide (sporofiti) e porta alla formazione di spore aploidi (meiospore); in questo caso, però, le spore aploidi si moltiplicano per mitosi e danno origine a individui aplonti (gametofiti).
Negli organismi diplonti, caratterizzati da un patrimonio genetico diploide (con due copie di ciascun gene), la meiosi è detta gametica, perché si verifica in particolari cellule dell’organismo deputate alla formazione di cellule riproduttive aploidi (gameti); i gameti permettono l’attuazione della riproduzione sessuata e, fondendosi al momento della fecondazione, formano zigoti diploidi da cui si sviluppano i nuovi individui. La meiosi in questo caso è compresa nel processo di gametogenesi, che porta dalla formazione dei gameti aploidi alla loro completa maturazione. In particolare, i gameti maschili sono detti spermatozoi e quelli femminili cellule uovo.
Negli organismi aplo-diplonti, la mitosi è detta intermedia: come nei diplonti, la meiosi avviene in una cellula particolare (cellula gonotoconte o zeugide) degli organismi della fase diploide (sporofiti) e porta alla formazione di spore aploidi (meiospore); in questo caso, però, le spore aploidi si moltiplicano per mitosi e danno origine a individui aplonti (gametofiti).
FASI DELLA MEIOSI
La meiosi avviene secondo due fasi principali, dette rispettivamente prima e seconda divisione meiotica, o meiosi I e meiosi II.
Prima divisione meiotica o meiosi I Nella prima divisione meiotica avviene la ripartizione di ciascuna coppia di cromosomi omologhi in due cellule figlie, che risultano aploidi.
Profase I
Prima divisione meiotica o meiosi I Nella prima divisione meiotica avviene la ripartizione di ciascuna coppia di cromosomi omologhi in due cellule figlie, che risultano aploidi.
Profase I
La cromatina visibile nel nucleo cellulare, che rappresenta la massa del DNA quando la cellula svolge le sue normali attività metaboliche, si condensa, in modo che si formano strutture bastoncellari, i cromosomi. Ciascun cromosoma appare a forma di X (stadio di tetrade), poiché è formato da due cromatidi fratelli, uniti in un punto detto centromero; essi si formano da un processo di duplicazione del DNA, e pertanto ogni cromatidio è geneticamente identico all’altro. Possono avvenire scambi di frammenti di cromosoma tra i cromatidi dei due cromosomi omologhi, con un fenomeno che prende il nome di crossing-over. La membrana che avvolge il nucleo si disgrega. Si forma un fascio di microtubuli proteici (fuso), che si estende da un polo all’altro della cellula e le cui due estremità fanno capo a due coppie di organuli, detti centrioli.
Metafase I
Le coppie di cromosomi omologhi (ovvero, le coppie di tetradi) si dispongono lungo una immaginaria linea equatoriale, trasversale rispetto al fuso, in modo che ciascuna tetrade della coppia di omologhi sia rivolta verso uno dei due poli del fuso.
Anafase I
Le fibre del fuso prendono contatto con i centromeri; ciascuna tetrade migra verso un polo della cellula.
Telofase I
Ai due poli della cellula madre si formano due agglomerati di cromosomi aploidi, in cui, cioè, è presente un solo cromosoma per ciascun tipo. I cromosomi sono ancora allo stadio di tetrade. Il citoplasma delle due cellule si ripartisce e avviene la citodieresi, ossia la vera e propria divisione della cellula originaria in due cellule figlie distinte (in alcuni casi, questa ripartizione può essere incompleta). Le fibre del fuso si disgregano; i cromosomi si despiralizzano.
Seconda divisione meiotica o meiosi II
Nella seconda divisione meiotica avviene, in modo analogo alla mitosi, la duplicazione di ciascun cromosoma, in modo che si formano due cromatidi fratelli collegati in un punto (centromero); i cromatidi si ripartiscono in due cellule figlie, che risultano anch’esse aploidi. Spesso la seconda divisione meiotica avviene immediatamente dopo la prima divisione.
Profase II
La cromatina si condensa nuovamente, in modo che si possono osservare i cromosomi, formati da due cromatidi uniti dal centromero. Si forma nuovamente il fuso di microtubuli.
Metafase II
I cromosomi si dispongono su una linea equatoriale, trasversale rispetto alle fibre del fuso, in modo che ciascun cromatidio sia rivolto verso uno dei due poli della cellula. I centromeri prendono contatto con le fibre.
Anafase II
I cromatidi migrano ciascuno verso un polo della cellula, spostandosi verso le fibre del fuso. In tal modo, ciascun cromatidio diviene un nuovo cromosoma.
Telofase II
Ai poli della cellula, si formano due aggregati di cromosomi. Le fibre del fuso si disgregano, i cromosomi cominciano a decondensarsi, e si forma infine una membrana nucleare. Il citoplasma della cellula si ripartisce in due, così da portare alla formazione di due cellule figlie aploidi.
MEIOSI E VARIABILITÀ GENETICA
Da un punto di vista genetico, la meiosi assume una grande importanza perché rappresenta il modo con cui possono formarsi nuove combinazioni di geni e, quindi, rende possibile la variabilità genetica tra individui di una stessa specie. Infatti, già con il crossing-over, ovvero con lo scambio di porzioni di DNA tra cromatidi di due cromosomi omologhi, al momento della profase I, avviene una prima modificazione dell’assortimento di geni rispetto a quello della cellula madre. Inoltre, occorre considerare che la divisione dei due cromosomi omologhi (allo stadio di tetrade) durante la fase di anafase I avviene in modo casuale: ciò significa che non è prestabilito il polo della cellula verso cui migrerà ciascun cromosoma. Dunque, a partire da una cellula madre, si formano con la prima divisione meiotica due cellule aploidi che sono geneticamente differenti tra loro e diverse da qualsiasi altra coppia di cellule che derivano dalla stessa cellula madre. La diversità genetica riguarda, precisamente, gli alleli presenti nel patrimonio di un individuo; in altri termini, ciò che è suscettibile di variazioni non è il numero di cromosomi o il numero di geni presenti (caratteristiche che devono restare costanti perché tipiche della specie), ma il tipo di allele che, per ciascun carattere, ciascuna cellula figlia può ereditare. La variabilità genetica, assicurata anche dai meccanismi di mutazione spontanea, assume un ruolo essenziale nei processi evolutivi, secondo il concetto di selezione naturale.
Metafase I
Le coppie di cromosomi omologhi (ovvero, le coppie di tetradi) si dispongono lungo una immaginaria linea equatoriale, trasversale rispetto al fuso, in modo che ciascuna tetrade della coppia di omologhi sia rivolta verso uno dei due poli del fuso.
Anafase I
Le fibre del fuso prendono contatto con i centromeri; ciascuna tetrade migra verso un polo della cellula.
Telofase I
Ai due poli della cellula madre si formano due agglomerati di cromosomi aploidi, in cui, cioè, è presente un solo cromosoma per ciascun tipo. I cromosomi sono ancora allo stadio di tetrade. Il citoplasma delle due cellule si ripartisce e avviene la citodieresi, ossia la vera e propria divisione della cellula originaria in due cellule figlie distinte (in alcuni casi, questa ripartizione può essere incompleta). Le fibre del fuso si disgregano; i cromosomi si despiralizzano.
Seconda divisione meiotica o meiosi II
Nella seconda divisione meiotica avviene, in modo analogo alla mitosi, la duplicazione di ciascun cromosoma, in modo che si formano due cromatidi fratelli collegati in un punto (centromero); i cromatidi si ripartiscono in due cellule figlie, che risultano anch’esse aploidi. Spesso la seconda divisione meiotica avviene immediatamente dopo la prima divisione.
Profase II
La cromatina si condensa nuovamente, in modo che si possono osservare i cromosomi, formati da due cromatidi uniti dal centromero. Si forma nuovamente il fuso di microtubuli.
Metafase II
I cromosomi si dispongono su una linea equatoriale, trasversale rispetto alle fibre del fuso, in modo che ciascun cromatidio sia rivolto verso uno dei due poli della cellula. I centromeri prendono contatto con le fibre.
Anafase II
I cromatidi migrano ciascuno verso un polo della cellula, spostandosi verso le fibre del fuso. In tal modo, ciascun cromatidio diviene un nuovo cromosoma.
Telofase II
Ai poli della cellula, si formano due aggregati di cromosomi. Le fibre del fuso si disgregano, i cromosomi cominciano a decondensarsi, e si forma infine una membrana nucleare. Il citoplasma della cellula si ripartisce in due, così da portare alla formazione di due cellule figlie aploidi.
MEIOSI E VARIABILITÀ GENETICA
Da un punto di vista genetico, la meiosi assume una grande importanza perché rappresenta il modo con cui possono formarsi nuove combinazioni di geni e, quindi, rende possibile la variabilità genetica tra individui di una stessa specie. Infatti, già con il crossing-over, ovvero con lo scambio di porzioni di DNA tra cromatidi di due cromosomi omologhi, al momento della profase I, avviene una prima modificazione dell’assortimento di geni rispetto a quello della cellula madre. Inoltre, occorre considerare che la divisione dei due cromosomi omologhi (allo stadio di tetrade) durante la fase di anafase I avviene in modo casuale: ciò significa che non è prestabilito il polo della cellula verso cui migrerà ciascun cromosoma. Dunque, a partire da una cellula madre, si formano con la prima divisione meiotica due cellule aploidi che sono geneticamente differenti tra loro e diverse da qualsiasi altra coppia di cellule che derivano dalla stessa cellula madre. La diversità genetica riguarda, precisamente, gli alleli presenti nel patrimonio di un individuo; in altri termini, ciò che è suscettibile di variazioni non è il numero di cromosomi o il numero di geni presenti (caratteristiche che devono restare costanti perché tipiche della specie), ma il tipo di allele che, per ciascun carattere, ciascuna cellula figlia può ereditare. La variabilità genetica, assicurata anche dai meccanismi di mutazione spontanea, assume un ruolo essenziale nei processi evolutivi, secondo il concetto di selezione naturale.
La riproduzione
Eccovi alcune immagini riguardanti la MITOSI:

FASI DELLA MITOSI
In tutti gli organismi, il processo di mitosi è preceduto da uno stadio in cui nella cellula si verifica la duplicazione del DNA, ovvero la formazione di una copia dell’acido nucleico sullo stampo di quello esistente. Lo stadio di sintesi, all’interno del ciclo cellulare, è detto fase S e segue il periodo di interfase, ovvero lo stadio in cui la cellula svolge la sua normale attività metabolica. La mitosi avviene secondo una precisa sequenza di eventi, che si suddividono in quattro fasi: profase, metafase, anafase e telofase. A essa segue la vera e propria suddivisione della cellula, o citodieresi.

Profase
L’inizio della mitosi è segnato dalla condensazione del nucleo della cellula, ovvero dalla progressiva spiralizzazione dei filamenti di DNA che costituiscono la cromatina del nucleo, e la loro organizzazione in strutture dall’aspetto di bastoncelli, i cromosomi. Ogni cromosoma possiede una strozzatura, che viene detta centromero. La membrana che avvolge il nucleo si disgrega; nel citoplasma vanno strutturandosi filamenti di natura proteica che formano il cosiddetto fuso mitotico, che fanno capo a due coppie di organuli, i centrioli, poste ciascuna a un’estremità della cellula.
Metafase
Nel corso della metafase, i cromosomi diventano più corti e spessi, e appaiono adesso formati da due cromatidi fratelli, dall’aspetto di due bastoncini tra loro vicini e paralleli, collegati a livello del centromero. I due cromatidi derivano dal processo di duplicazione del DNA; in ogni cromosoma, cioè, un cromatidio rappresenta un filamento DNA e l’altro cromatidio è la sua copia. I cromosomi si dispongono lungo una linea immaginaria posta all’equatore della cellula, trasversale rispetto al fuso mitotico, che prende il nome di piastra equatoriale. La disposizione di ciascun cromosoma è tale che ognuno dei due cromatidi è rivolto verso uno dei due poli del fuso mitotico.

FASI DELLA MITOSI
In tutti gli organismi, il processo di mitosi è preceduto da uno stadio in cui nella cellula si verifica la duplicazione del DNA, ovvero la formazione di una copia dell’acido nucleico sullo stampo di quello esistente. Lo stadio di sintesi, all’interno del ciclo cellulare, è detto fase S e segue il periodo di interfase, ovvero lo stadio in cui la cellula svolge la sua normale attività metabolica. La mitosi avviene secondo una precisa sequenza di eventi, che si suddividono in quattro fasi: profase, metafase, anafase e telofase. A essa segue la vera e propria suddivisione della cellula, o citodieresi.

Profase
L’inizio della mitosi è segnato dalla condensazione del nucleo della cellula, ovvero dalla progressiva spiralizzazione dei filamenti di DNA che costituiscono la cromatina del nucleo, e la loro organizzazione in strutture dall’aspetto di bastoncelli, i cromosomi. Ogni cromosoma possiede una strozzatura, che viene detta centromero. La membrana che avvolge il nucleo si disgrega; nel citoplasma vanno strutturandosi filamenti di natura proteica che formano il cosiddetto fuso mitotico, che fanno capo a due coppie di organuli, i centrioli, poste ciascuna a un’estremità della cellula.
Metafase
Nel corso della metafase, i cromosomi diventano più corti e spessi, e appaiono adesso formati da due cromatidi fratelli, dall’aspetto di due bastoncini tra loro vicini e paralleli, collegati a livello del centromero. I due cromatidi derivano dal processo di duplicazione del DNA; in ogni cromosoma, cioè, un cromatidio rappresenta un filamento DNA e l’altro cromatidio è la sua copia. I cromosomi si dispongono lungo una linea immaginaria posta all’equatore della cellula, trasversale rispetto al fuso mitotico, che prende il nome di piastra equatoriale. La disposizione di ciascun cromosoma è tale che ognuno dei due cromatidi è rivolto verso uno dei due poli del fuso mitotico.
Anafase
L’anafase rappresenta il momento di separazione dei due cromatidi fratelli di ciascun cromosoma. Dopo che il centromero del cromosoma ha preso contatto con una fibra del fuso mitotico, i due cromatidi si spostano uno verso un polo della cellula e l’altro verso l’altro polo.
Telofase
L’anafase rappresenta il momento di separazione dei due cromatidi fratelli di ciascun cromosoma. Dopo che il centromero del cromosoma ha preso contatto con una fibra del fuso mitotico, i due cromatidi si spostano uno verso un polo della cellula e l’altro verso l’altro polo.
Telofase
La fase conclusiva della mitosi, o telofase, consiste nella formazione di due aggregati di cromatidi ai due estremi della cellula. Le coppie di cromatidi unite dal centromero corrispondevano a porzioni uguali di DNA; perciò, i due aggregati di acido nucleico hanno lo stesso patrimonio genetico. I due aggregati di cromatidi iniziano a despiralizzarsi, in modo che si formano due strutture nucleari; intorno a ciascuna di esse, si forma una membrana, che diventa la membrana nucleare delle nuove cellule figlie. Le fibre del fuso mitotico si disgregano e nella cellula inizia a formarsi una strozzatura centrale.
Citodieresi
La citodieresi (o citocinési) rappresenta la fase del distacco della separazione del citoplasma e degli organuli in esso contenuti tra le due future cellule figlie. In genere, questo stadio segue le quattro fasi della mitosi; se essa non avviene, dopo successive mitosi si forma una cellula plurinucleata. Nel caso particolare delle cellule vegetali delle briofite e delle piante vascolari (felci, angiosperme e gimnosperme), la separazione delle due cellule avviene mediante la formazione di una piastra cellulare, che inizia a organizzarsi all’inizio della telofase. A livello della piastra equatoriale, si verifica l’addensamento di gocciole, derivanti dall’apparato di Golgi, che contengono sostanze come pectine e lipidi e contribuiscono alla formazione della membrana plasmatica e della parete cellulare.
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